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Incontro per la memoria

In data 15 Febbraio 2022 si è svolto, presso l’IIS Da Vinci/Fascetti di Pisa, un incontro per l’ampliamento dei contenuti relativi alla conferenza sul giorno della memoria svoltasi presso Castel Sant’Angelo a Roma in data 25 Gennaio 2023. All’incontro sono stati accolti come ospiti e presentatori il superstite dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema Mario Marsili e uno dei più importanti attivisti per i diritti dei reduci di guerra in Italia nonché cofondatore della ANMIG e padre del nostro preside, Mario Betti. Sono stati successivamente intervistati dalla classe 5inf/B per avere più informazioni sulle attività e sulla vita di questi ultimi.

Chi è Mario Marsili:
Mario Marsili è uno dei pochi sopravvissuti dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, uno dei più atroci crimini di guerra commessi in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. L’eccidio, avvenuto il 12 agosto 1944, vide la morte di oltre 500 civili, tra cui donne, bambini e anziani, uccisi dai soldati nazisti in una rastrellamento operato nella cittadina toscana. Il Signor Marsili, nato nel 1938, aveva appena sei anni quando la tragedia colpì la sua famiglia. La madre e i suoi due fratelli furono tutti uccisi durante il rastrellamento. Mario, invece, riuscì a salvarsi grazie alla prontezza di riflessi della madre che, nel momento dell’assalto, lo nascose in una conca formata da due massi sporgenti dietro la porta della stalla dove erano stati portati dai soldati tedeschi. Dopo l’eccidio, il Signor Marsili fu portato in salvo da una famiglia del posto e, successivamente, adottato da un’altra famiglia in un paese vicino. Cresciuto con una nuova identità, lì Marsili ha mantenuto il silenzio sulla sua vera storia per decenni, temendo per la sua vita e quella della sua nuova famiglia. Solo nel 1994, a seguito della scoperta di una fossa comune contenente le vittime dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, il Signor Marsili decise di rompere il silenzio e raccontare la sua storia. Da allora, ha fatto innumerevoli apparizioni pubbliche, raccontando la sua esperienza per sensibilizzare le persone sulla tragedia della guerra e sull’importanza della pace, tra le quali proprio la conferenza svolta a Roma e la visita e presentazione della sua storia nel nostro istituto. Inoltre, nel 2018, è stato insignito del premio “Storia e Memoria” del Comune di Sant’Anna di Stazzema, in riconoscimento del suo impegno nel diffondere la memoria dell’eccidio.

Chi è Claudio Betti:
Claudio Betti è una figura di spicco nell’ambito dell’assistenza ai mutilati di guerra italiani e dei loro familiari. Grazie al suo lavoro e alla sua dedizione, ha contribuito a garantire i diritti dei reduci di guerra e ha reso possibile una maggiore integrazione sociale ed economica di coloro che hanno subito gravi traumi fisici o psicologici durante i conflitti. Il Presidente Betti è stato uno dei fondatori dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG), una organizzazione che rappresenta i diritti e gli interessi dei reduci di guerra italiani. Fondata nel 1946, la ANMIG si propone di promuovere la solidarietà tra i reduci di guerra e di garantire loro assistenza medica e economica. Grazie all’impegno del Presidente e di altri attivisti, la ANMIG è diventata una delle più importanti organizzazioni di assistenza ai mutilati di guerra in Italia. Negli anni, il Presidente Betti ha lavorato intensamente per garantire che i mutilati di guerra e le loro famiglie ricevessero la giusta assistenza e le adeguate indennità. Ha partecipato a numerose iniziative pubbliche, come nel nostro caso, e politiche, e ha svolto un ruolo chiave nella creazione di una legislazione che garantisse la protezione e l’assistenza ai reduci di guerra. Il lavoro del Presidente ha contribuito a creare una maggiore consapevolezza sui problemi che affliggono i mutilati di guerra, tra cui la difficoltà di trovare lavoro o di integrarsi nella società. Grazie alle sue iniziative, molti reduci di guerra hanno potuto accedere a servizi di assistenza medica e di riabilitazione, e sono stati in grado di godere di una maggiore dignità e rispetto.

Le Interviste:
Abbiamo preparato per entrambi un’intervista personalizzata in modo da comprendere meglio da una parte le iniziative e l’organizzazione dell’associazione dei mutilati e invalidi di guerra, dall’altra il lato personale e di pensiero del sopravvissuto dopo la strage. Per quanto riguarda la AMNIG, dopo la testimonianza del Presidente Betti ne è conseguito che l’associazione è stata fondata inizialmente, dopo la grande guerra, per i 5 milioni di giovani italiani partiti, tra cui 1,5 milioni rientrati mutilati. Per quanto riguarda la partecipazione all’associazione, viene offerta la possibilità di diventare socio simpatizzante in caso di discendenza da un mutilato di guerra, oppure di diventare socio effettivo se è stato coinvolto nella guerra un familiare. L’associazione è composta da 45.000 soci, di cui 6000 discendenti, 6000 vedovi o vedove e 27.000 giovani volontari. Claudio Betti, 15-02-2023 Samuele G. Antonelli Il ruolo di questi ultimi consiste nel girare per il territorio nazionale per parlare dell’associazione in sedi sociali in modo da ottenere consensi e attrarre altri giovani volontari. Essendo partecipe di entrambe le guerre dell’Italia, la AMNIG ha carattere europeo mentre sul territorio nazionale attualmente dispone di 180 sedi sparse su tutto il suolo italiano Per quanto riguarda la testimonianza del Signor Marsili, invece, è emerso che la sua figura, in incontri con scuole come la nostra, lo porta a provare e suscitare una sensazione di determinazione e un’attenzione che permettono di far rimanere nelle menti degli studenti le atrocità della guerra, subite da lui sulla propria pelle. Il Signor Marsili è portato, in conseguenza proprio di queste atrocità, a provare un forte rancore nei confronti del popolo tedesco che non perdona per quello che un bambino di 6 anni ha dovuto subire con una così triste infanzia, ma anche a riflettere sul significato della sua sopravvivenza rispetto ad altri uomini, ad altre donne e, soprattutto, ad altri bambini. Da questa riflessione è emerso il potente gesto del sacrificio, nel suo caso della madre, che lo ha salvato dalle atrocità che lo avrebbero colpito in caso contrario. Questi pensieri lo riportano al ricordo di Sant’Anna di Stazzema, dove si erge l’effige della madre che lancia lo zoccolo, presente nella stessa stalla dov’è successo il fatto, simbolo del sacrificio sopracitato di una madre che dà la vita per salvare suo figlio.

~Samuele G. Antonelli

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