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Qatar 2022, il mondiale dello scandalo

Il 20 novembre abbiamo assistito al fischio di inizio dei mondiali, competizione calcistica che quest’anno si è macchiata di violazione dei diritti umani, con particolare riferimento alle donne e alla comunità LGBTQ+. In Qatar non esiste una specifica legge che limiti i diritti delle donne ma un sistema strutturale di normative e pratiche che racchiudono la donna sotto la “tutela maschile”: tutte le scelte di vita devono essere prima approvate dalla principale figura maschile della famiglia. Riguardo alla comunità LGBTQ+, è proibito esporre bandiere arcobaleno o altri simboli simili, dato che attualmente l’omosessualità in Qatar è un crimine: sono vietati atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso (art. 296.3 del codice penale), così come è punito chiunque induca o tenti un uomo o una donna, in qualsiasi modo, a compiere atti contrari alla morale o illegali (art. 296.4). Ebbene sì, giornalmente vengono arrestate decine di persone a causa delle loro preferenze sessuali e, come se ciò non bastasse, a tutto questo si aggiunge lo sfruttamento avvenuto per la costruzione degli stadi in vista del campionato mondiale. Da 12 anni il Qatar sta costruendo e ristrutturando 8 stadi per ospitare la coppa del mondo. Ma qual è il vero costo della realizzazione di tali opere? Circa 2 milioni di lavoratori sono stati vittime di forme di sfruttamento inaccettabili, in particolare i migranti sud asiatici che, nella speranza di guadagnare qualcosa da mandare alla famiglia, si sono trovati in una trappola caratterizzata da stipendi non versati, condizioni di vita pessime e di sicurezza inesistenti, minacce, orari di lavoro estenuanti.  Secondo quanto riportato dal Guardian, uno dei principali giornali britannici, gli operai morti in 12 anni sarebbero 6.500, dato prontamente smentito dal governo del Qatar che invece ha parlato di “soli” 39 morti sul lavoro; i restanti 6.451 operai sarebbero deceduti per cause naturali non collegate alle condizioni di lavoro nelle quali hanno realizzato le opere. Nonostante ciò, l’evento è stato disputato ugualmente. La FIFA (Federation Internationale de Football Association), pronunciatasi solo sulle restrizioni dei diritti umani, si è limitata a manifestare il suo dispiacere, senza prendere una vera e propria posizione al riguardo. Atteggiamento ingiustificabile da parte di chi dovrebbe vigilare affinché il calcio, come qualsiasi altro sport, non diventi motivo di mattanze dei diritti umani fondamentali.

~Leonardo Stolfi, Michelangelo Ciardo e Sergio Bettini

1 Comment

  1. elia baroncini

    articolo molto interessante che fa riflettere sugli avvenimenti legati al campionato mondiale di calcio.
    ma sinceramente io come molti altri nel mondo non abbiamo pensato a questa problematiche nascoste dietro ai mondiali, perché lo sport del calcio, per chi lo ama da vero prevale su tutto.
    è giusto però evidenziare tutto quello che è successo sperando che nel futuro le gare mondiali vengano svolte in paesi più democratici

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